GAETA, LUOGO IDEALE PER IL CINEMA

GAETA, LUOGO IDEALE PER IL CINEMA/ STUPENDO SERVIZIO DEL CORRIERE DELLA SERA ONLINE

di Valeria Palumbo

Quando si trattò di girare il magnifico Tutti a casa (1960), Luigi Comencini ebbe pochi dubbi: il centro storico di Gaeta, la cittadina laziale che segna il confine con la Campania, era ancora così devastato dalla guerra, che non aveva bisogno neanche di fondali posticci. Le macerie erano già tutte lì. E lì, in fondo a pochi chilometri da Roma e quindi da Cinecittà, c’era anche un’Italia che andava sparendo, inghiottita dal cemento e dalle speculazioni. Gaeta, a parte i maldestri interventi fascisti, e poi i palazzi che oggi ne segnano la periferia, era intatta. Malconcia, ma antica.

E intatte erano le sue spiagge. Magari con gli stabilimenti del passato, tanto che nell’estate 2019 vi sono state girate alcune scene della serie Storia di un nuovo cognome, sequel de L’amica geniale, il fortunato romanzo di Elena Ferrante, portato in tv da Saverio Costanzo. A dire la verità, a scatenare un tam-tam immediato tra i bagnanti e non solo, è stata un’altra serie: il kolossal della Hbo Game of Thrones, Trono di spade, per il cui prequel BloodMoon Gaeta ha offerto uno scenario davvero mozzafiato: la Montagna spaccata.

 

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Di mozzafiato, la scena di Bloodmoon non ha avuto solo il fiordo, ma anche le attrezzature. La troupe era composta da 180 persone che sono piombate nella cittadina mentre si stavano girando altri due film. Con loro 30 camion e una serie di esigenze tutt’altro che irrilevanti tra attrezzature e maestranze, a cominciare da una gru gigante. A provvedere a tutto è stata una delle imprese che si occupano delle location laziali, l’Associazione I tesori dell’arte, che, come spiega uno degli organizzatori, Lino Sorabella, non solo offre a produttori e registi il pacchetto completo ma da un mese organizza tour guidati negli angoli di Gaeta dove sono stati girati i film più famosi.

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Perché la storia di Gaeta come set è al tempo stesso consolidata e in crescita, tanto che ai Tesori dell’arte stanno anche pensando a una scuola che formi le maestranze. Mentre la Latina film commission (Gaeta è in provincia di Latina) ha messo a punto tutta una serie di agevolazioni per chi voglia girare tra i borghi, le abbazie ma anche i capannoni di archeologia industriale della zona.

Quanto a Gaeta, la scoperta della sua “prestanza cinematografica” risale al 1935 quando vi fu girato, da Alessandro Blasetti, Aldebaran. Il film, che non piacque neanche al regista (celebre soprattutto per La corona di ferro del 1941), parlava della Marina regia in tempo di pace. La prima volta che Gaeta “fece” Napoli fu invece nel 1959 con Ferdinando I Re di Napoli, non celeberrima pellicola interpretata però da Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, con la sceneggiatura di Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa. A dir la verità per un periodo furono soprattutto i peplum, i filmetti che univano Ercole e gli antichi romani, a sfruttare le rocce della Montagna spaccata e le spiagge del Serapo: qui furono girati in parte, per esempio, Il tiranno di Siracusa (1962) e Arrivano i titani (1962). Sono poi arrivate una serie di commedie di cui alcune, come La schiava io ce l’ho e tu no, oggi farebbero venire i brividi per l’incredibile misoginia. Inevitabile che sia passato anche Alvaro Vitali, con La dottoressa preferisce i marinai (1981).

Non sono comunque pochi i film storici e quelli d’autore, bellissimi, che hanno trovato in Gaeta il loro scenario. Da Quanto è bello lu morire acciso (1975) sull’impresa di Carlo Pisacane a Segreti di Stato (2003), diretto da Paolo Benvenuti, sulla strage di Portella della Ginestra. Dal 1999 al 2019 vi sono stati girati una quindicina tra film e sceneggiati, oltre a una serie di documentari. Tra gli ultimi, due hanno davvero trovato casa a Gaeta. Uno è Brave ragazze, di Michela Andreozzi, con Ambra Angiolini, Ilenia Pastorelli, Luca Argentero, Stefania Sandrelli e Max Tortora, tutto ambientato a Gaeta nei primi anni Ottanta e ispirato a una storia vera (racconta di quattro rapinatrici improvvisate). È nelle sale da ottobre 2019. Anche Croce e delizia (2019) di Simone Godano, con Alessandro Gassmann, Jasmine Trinca, Fabrizio Bentivoglio e Filippo Schicchitano permette di percorrere il centro storico di Gaeta. E scoprire che non è cambiato da quando vi furono girate le prime scene de Il colonnello Von Ryan (1965), con l’aereo in fiamme che cade dietro il tempio neogotico di San Francesco. Allora il protagonista si chiamava Frank Sinatra e, con lui, in scena, c’era una giovane Raffaella Carrà.

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Fonte Corriere della Sera